«Mezzo milione di anni fa, nel perduto continente di Lemuria nel Pacifico, la prima civiltà umana si levò dalla rossa oscurità della barbarie. Per mille anni i primi uomini avevano combattuto eroicamente contro i Re Dragoni, una crudele razza rettili f orme che aveva regnato sulla terra durante l'età dei rettili, ma alla fine la Guerra dei mille anni finì ed i Re Dragoni furono distrutti o cacciati dalle terre».
Con queste parole inizia «The wizard of Lemuria» (Il mago di Lemuria), il primo libro della serie di Thongor di Valkarth che è anche, per esplicita affermazione dell'autore, il primo libro di Lin Carter ad essere pubblicato.
Gli italiani hanno conosciuto Thongor tramite i tre volumi pubblicati dalla casa editrice Delta, difficilmente reperibili se non sulle bancarelle dei libri usati o presso i collezionisti: «Thongor contro gli Dei», «Thongor nella città dei maghi» e «Thongor alla fine del tempo».
Questi volumi sono rispettivamente il terzo, quarto e quinto della serie e c'è da chiedersi perché l'editore ha pubblicato proprio questi fra i sei che compongono l'intero ciclo, visto che essi non sono nemmeno i più significativi; la ragione è che questi furono stampati originariamente dalla Paperback Library, mentre i primi due dalla Ace Books e l'ultimo dalla Berkeley Publ. Corporation. Evidentemente l'editore ha preso accordi per la traduzione solo con la Paperback.
Prima di analizzare lo stile di Lin Carter e cercare di scoprire quanto di personale vi sia nella sua opera e le varie fonti da cui ha forgiato il personaggio di Thongor, Cerchiamo dunque di dare un rapido riassunto dei tre libri che sono, a mio avviso, più importanti degli altri in quanto in questi abbiamo, oltre alla presentazione del personaggio, la storia del come egli riesce ad affermarsi nel mondo semibarbaro di Lemuria (nei primi due libri) e la conclusione del ciclo con la riunione dei maggiori regni lemuriani sotto l'egida imperiale di Thongor (nel sesto).
Ma andiamo con ordine. Nel primo libro,« The wizard of Lemuria », di cui è uscita anche una nuova edizione riveduta e corretta dallo stesso Carter col titolo leggermente modificato « Thongor and the wizard of Lemuria », Thongor di Valkarth, semplice barbaro mercenario al servizio di Thurdis, una delle più importanti città del golfo di Patanga, litiga con un ufficiale suo superiore ed è costretto ad ucciderlo; per questo deve fuggire a bordo di un « galleggiante », una sorta di macchina volante, ed è aiutato nella sua fuga da Ald Turmis, un amico di vecchia data.
Dopo alcune lotte con Pterodattili e Tirannosauri che lo attaccano (i nomi usati da Carter sono « grakk » e « dwark »), si unisce con Sharajsha, il « mago di Lemuria », che lo convince ad allearsi con lui per combattere contro gli ultimi Re Dragoni, gli antichi signori di Lemuria, che progettano di aprire una porta dimensionale agli dei del Caos. Solamente la spada di Nemedis potrà fermarli, ma essa è ormai perduta e solo Sharajsha conosce come costruirne una nuova.
Ecco dunque che il guerriero ed il suo mentore, a cui si uniscono presto Karm Karvus, un altro guerriero salvato dalla «Arena della morte» della città di Tsargol e Sumia, la figlia di Orvath Chond, re (Sark) di Patanga, dopo innumerevoli peripezie riescono a raggiungere il rifugio dei Re Dragoni.
Gli amici di Thongor vengono catturati e stanno per essere sacrificati quando Thongor riappare nel momento più propizio; già gli Dei del Caos stanno per emergere da un varco dimensionale creato dai Re Dragoni, ma la « spada di Nemedis », fabbricata nel frattempo ed impugnata da Thongor, riesce a sventare la minaccia.
Tutto è bene quel che finisce bene e a Thongor, Sumia e Karm Karvus non resta che salutare il buon Sharajsha. Così finisce il primo libro della serie.
Spero che sarò perdonato se mi sono dilungato abbastanza riassumendo dettagliatamente questo volume, ma per analizzare compiutamente le idee e lo stile di Lin Carter era necessario.
Passiamo dunque al secondo volume: «Thongor of Lemuria» (Edizione revisionata « Thongor and the dragon city »).
Questo libro inizia esattamente dove finisce il primo. Thongor e i suoi amici, a bordo della nave volante, incappano in un violento uragano, hanno avventure con plesiosauri e uomini-bestia (tipi di aborigeni che infestano le giungle) alberi-cannibali, ed infine ritornano in Thurdis da cui Thongor era fuggito. L'eroe viene catturato e liberato nuovamente da Ald Turmis, dalle catacombe di Thalaba il distruttore, una specie di pazzo alchimista, ed effettua un fuga rocambolesca da un verme gigantesco abitatore dei sotterranei. Sarebbe troppo lungo elencare tutte le avventure che capitano al barbaro e ai suoi amici. Basti dire che Patanga, la città di Sumia, è assediata e solo l'arrivo di Thongor riaggiusta la situazione. Alla fine del libro Thongor sposa Sumia diventando così Re di Patanga e Re dei Re (Sark of Sarks), Ald Turmis viene incoronato Re di Shembis, una città della costa, e Bharand Thon, un altro amico, Sark di Thurdis.
Siamo giunti così al terzo libro. Lasciamo al lettore la possibilità di leggere le ulteriori avventure di Thongor e passiamo direttamente al sesto libro della collana. Diremo solo che nei tre volumi precedenti Thongor ha vari scontri con i maghi di Zaar (di cui Thalaba il distruttore era uno dei membri), ma alla fine unisce diverse altre città al suo impero.
Nel sesto libro, dal titolo piuttosto buffo, « Thongor fights the pirates of Tarakus » (Thongor combatte i pirati di Tarakus), il nostro eroe si trova a dover lottare contro una città della costa che minaccia il suo impero. Inutile dire che con l'aiuto dei suoi amici (che nella narrazione hanno acquistato sempre più piede fino quasi a rendere nulla l'azione di Thongor), egli sconfiggerà i suoi nemici, facendo così diventare Tarakus la settima città del suo impero.
In sintesi ho accennato ai soggetti dei sei libri del ciclo di Thongor, ma c'è anche da far notare che esiste un prologo ed una specie di seguito. Il prologo consiste nel racconto «Thieves of Zangabal» (Ladri di Zangabal) che fu pubblicato nell'antologia edita da Santesson per la Lancer Books «The mighty barbarians» (I potenti barbari): in esso è narrato il primo incontro di Thongor, con Ald Turmis, nella città di Zangabal.
Il seguito invece, se così possiamo chiamarlo, è costituito dal libro, sempre di Lin Carter, primo di una nuova serie, «The black Star» (La stella nera). Gli avvenimenti di questo libro si svolgono diverse centinaia di anni dopo l'epoca di Thongor: Lemuria è sprofondata nel mare e le vicende si svolgono in Atlantide intorno al personaggio centrale di Diodric il guerriero.
Ma tracce della perduta Lemuria esistono ancora, come pure esiste una nave volante qui chiamata viwan, residuato di Lemuria, che i personaggi usano per fuggire da una città distrutta. In effetti ci dice Carter «Il divino Tiongorya stesso, Re-Dio e fondatore dell'impero dorato, aveva volato su tali navi, quando combatté favolose guerre contro la città nera dei maghi». La storia comunque, salvo qualche riferimento, non deve considerarsi appartenente al ciclo di Thongor.
Speriamo a questo punto di non aver tralasciato qualche racconto, apparso magari su qualche più o meno conosciuta rivista americana; del resto lo stesso Lin Carter, recensendo i libri di John Jakes, suo ottimo amico, su Brak il barbaro, fa questa affermazione: «Non vi è stato nessun libro di Brak nel 1970 o se c'era devo aver trascurato di vederlo nelle edicole».
Credo che la sua scusa valga anche per me e passo con animo tranquillo ad osservare il lavoro e la tecnica espositiva di Carter come traspare dalla sua opera migliore «The wizard of Lemuria».
Innanzi tutto, per ciò che riguarda il personaggio storico di Thongor, rimandiamo il lettore alla appendice di Lin Carter al volume « Thongor alla fine del tempo », dove vediamo che non solo lo scrittore cita autori di testi esoterici come Madame Blavatsky e Scott Elliott, ma addirittura risale a scritture pre-sanskrito come i « Puranas », affermando che il personaggio di Thongor è realmente esistito, così come sono accadute realmente, a grandi linee le sue avventure. Niente meno! C'è da notare inoltre che Carter fa procedere l'inizio di ogni capitolo da alcuni versetti tratti per la maggior parte dalla « Lemurian Chronicles ».
Egli ha affermato che è in possesso della sola copia esistente del libro suddetto. Il lettore può da solo farsi una idea del valore scientifico che assumerebbe un volume del genere, dopo che recenti studi nel pacifico hanno dimostrato che un continente come Lemuria, dal punto di vista geofisico, non sarebbe mai potuto esistere in quell'area. Chissà poi come Carter ha potuto tradurre dal lemuriano il libro suddetto!
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