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giovedì 10 dicembre 2009

racconti di THONGOR ( by LIN CARTER)


L'articolo precedente apparve nel lontano 1976 sulla Fanzine “Nuove Dimensioni”, che ebbe un discreto successo a livello di critica ma che durò pochissimo anche perché non adeguatamente pubblicizzata. L’articolo su Thongor però, chissà perché, fu ricordato e da anni è reperibile in rete su vari siti.
Purtroppo, come ho detto, è stato scritto tanti anni fa, quando ancora non c'era internet e le informazioni bibliografiche si ottenevano dai rari libri che potevano essere reperiti sull'argomento o con un passaparola tra appassionati.
Adesso con la rete, è molto più facile aggiornare certe liste, ed è anche facile procurarsi i volumi dove certi racconti sono stati pubblicati, magari una sola volta senza più ristampe. Il loro prezzo è però un'altra faccenda. Comunque questo problema non ci riguarda qui, infatti, intendo solo aggiornare e completare la lista dei racconti di Thongor perché ve ne sono diversi che mancano all'appello.
Va qui detto che Lin Carter funziona meglio nei racconti che non nei romanzi, perché qui i suoi limiti appaiono meno evidenti: la fantasia non gli manca e ho già fatto presente che i suoi difetti consistono in una scarna capacità di descrizioni e dialoghi troppo corti. Stranamente nei racconti questo avviene meno, ed alcuni potrebbero esser messi anche a paragone di alcuni racconti del suo maestro Howard.
Ecco allora la lista in ordine cronologico dei racconti di Thongor, che ci narrano, come già citato nell'articolo iniziale, storie avvenute in un'epoca precedente alle vicende dei romanzi, quando Thongor era giovane:

"Thieves of Zangabal" apparso nell'antologia The mighty barbarians e in Lost Worlds - Di questo ho già parlato nell'articolo precedente

" Keeper of the emerald flame" in “The mighty swordsmen”, antologia, e anche in "lost worlds"

" Black hawk of Valkarth" in “Fantastic Stories” del settembre 1974 e anche in "Year’s best fantasy stories 1"


"The city in the Jewel" in “Fantastic Stories” del dicembre 1975 e anche in "Year's Best fantasy Stories 2" in Italia col titolo "La città eterna " Fantasy inverno 1992 Mondadori

"Black Moonlight" in “Fantastic Stories” del Novembre 1976 e anche in "Year's best fantasy Stories 3 " in Italia col titolo "Chiaro di luna nero" Fantasy estate 1994 Mondadori

"Demon of the snows" in “Barbarians II” e in "Year's best fantasy Stories 6"

Fabrizio Frosali

LIN CARTER autore di THONGOR (writer of THONGOR storyes)


«Mezzo milione di anni fa, nel perduto continente di Lemuria nel Pacifico, la prima civiltà umana si levò dalla rossa oscurità della barbarie. Per mille anni i primi uomini avevano combattuto eroicamente contro i Re Dragoni, una crudele razza rettili f orme che aveva regnato sulla terra durante l'età dei rettili, ma alla fine la Guerra dei mille anni finì ed i Re Dragoni furono distrutti o cacciati dalle terre».
Con queste parole inizia «The wizard of Lemuria» (Il mago di Lemuria), il primo libro della serie di Thongor di Valkarth che è anche, per esplicita affermazione dell'autore, il primo libro di Lin Carter ad essere pubblicato.
Gli italiani hanno conosciuto Thongor tramite i tre volumi pubblicati dalla casa editrice Delta, difficilmente reperibili se non sulle bancarelle dei libri usati o presso i collezionisti: «Thongor contro gli Dei», «Thongor nella città dei maghi» e «Thongor alla fine del tempo».
Questi volumi sono rispettivamente il terzo, quarto e quinto della serie e c'è da chiedersi perché l'editore ha pubblicato proprio questi fra i sei che compongono l'intero ciclo, visto che essi non sono nemmeno i più significativi; la ragione è che questi furono stampati originariamente dalla Paperback Library, mentre i primi due dalla Ace Books e l'ultimo dalla Berkeley Publ. Corporation. Evidentemente l'editore ha preso accordi per la traduzione solo con la Paperback.
Prima di analizzare lo stile di Lin Carter e cercare di scoprire quanto di personale vi sia nella sua opera e le varie fonti da cui ha forgiato il personaggio di Thongor, Cerchiamo dunque di dare un rapido riassunto dei tre libri che sono, a mio avviso, più importanti degli altri in quanto in questi abbiamo, oltre alla presentazione del personaggio, la storia del come egli riesce ad affermarsi nel mondo semibarbaro di Lemuria (nei primi due libri) e la conclusione del ciclo con la riunione dei maggiori regni lemuriani sotto l'egida imperiale di Thongor (nel sesto).
Ma andiamo con ordine. Nel primo libro,« The wizard of Lemuria », di cui è uscita anche una nuova edizione riveduta e corretta dallo stesso Carter col titolo leggermente modificato « Thongor and the wizard of Lemuria », Thongor di Valkarth, semplice barbaro mercenario al servizio di Thurdis, una delle più importanti città del golfo di Patanga, litiga con un ufficiale suo superiore ed è costretto ad ucciderlo; per questo deve fuggire a bordo di un « galleggiante », una sorta di macchina volante, ed è aiutato nella sua fuga da Ald Turmis, un amico di vecchia data.
Dopo alcune lotte con Pterodattili e Tirannosauri che lo attaccano (i nomi usati da Carter sono « grakk » e « dwark »), si unisce con Sharajsha, il « mago di Lemuria », che lo convince ad allearsi con lui per combattere contro gli ultimi Re Dragoni, gli antichi signori di Lemuria, che progettano di aprire una porta dimensionale agli dei del Caos. Solamente la spada di Nemedis potrà fermarli, ma essa è ormai perduta e solo Sharajsha conosce come costruirne una nuova.
Ecco dunque che il guerriero ed il suo mentore, a cui si uniscono presto Karm Karvus, un altro guerriero salvato dalla «Arena della morte» della città di Tsargol e Sumia, la figlia di Orvath Chond, re (Sark) di Patanga, dopo innumerevoli peripezie riescono a raggiungere il rifugio dei Re Dragoni.
Gli amici di Thongor vengono catturati e stanno per essere sacrificati quando Thongor riappare nel momento più propizio; già gli Dei del Caos stanno per emergere da un varco dimensionale creato dai Re Dragoni, ma la « spada di Nemedis », fabbricata nel frattempo ed impugnata da Thongor, riesce a sventare la minaccia.
Tutto è bene quel che finisce bene e a Thongor, Sumia e Karm Karvus non resta che salutare il buon Sharajsha. Così finisce il primo libro della serie.
Spero che sarò perdonato se mi sono dilungato abbastanza riassumendo dettagliatamente questo volume, ma per analizzare compiutamente le idee e lo stile di Lin Carter era necessario.
Passiamo dunque al secondo volume: «Thongor of Lemuria» (Edizione revisionata « Thongor and the dragon city »).
Questo libro inizia esattamente dove finisce il primo. Thongor e i suoi amici, a bordo della nave volante, incappano in un violento uragano, hanno avventure con plesiosauri e uomini-bestia (tipi di aborigeni che infestano le giungle) alberi-cannibali, ed infine ritornano in Thurdis da cui Thongor era fuggito. L'eroe viene catturato e liberato nuovamente da Ald Turmis, dalle catacombe di Thalaba il distruttore, una specie di pazzo alchimista, ed effettua un fuga rocambolesca da un verme gigantesco abitatore dei sotterranei. Sarebbe troppo lungo elencare tutte le avventure che capitano al barbaro e ai suoi amici. Basti dire che Patanga, la città di Sumia, è assediata e solo l'arrivo di Thongor riaggiusta la situazione. Alla fine del libro Thongor sposa Sumia diventando così Re di Patanga e Re dei Re (Sark of Sarks), Ald Turmis viene incoronato Re di Shembis, una città della costa, e Bharand Thon, un altro amico, Sark di Thurdis.
Siamo giunti così al terzo libro. Lasciamo al lettore la possibilità di leggere le ulteriori avventure di Thongor e passiamo direttamente al sesto libro della collana. Diremo solo che nei tre volumi precedenti Thongor ha vari scontri con i maghi di Zaar (di cui Thalaba il distruttore era uno dei membri), ma alla fine unisce diverse altre città al suo impero.
Nel sesto libro, dal titolo piuttosto buffo, « Thongor fights the pirates of Tarakus » (Thongor combatte i pirati di Tarakus), il nostro eroe si trova a dover lottare contro una città della costa che minaccia il suo impero. Inutile dire che con l'aiuto dei suoi amici (che nella narrazione hanno acquistato sempre più piede fino quasi a rendere nulla l'azione di Thongor), egli sconfiggerà i suoi nemici, facendo così diventare Tarakus la settima città del suo impero.
In sintesi ho accennato ai soggetti dei sei libri del ciclo di Thongor, ma c'è anche da far notare che esiste un prologo ed una specie di seguito. Il prologo consiste nel racconto «Thieves of Zangabal» (Ladri di Zangabal) che fu pubblicato nell'antologia edita da Santesson per la Lancer Books «The mighty barbarians» (I potenti barbari): in esso è narrato il primo incontro di Thongor, con Ald Turmis, nella città di Zangabal.
Il seguito invece, se così possiamo chiamarlo, è costituito dal libro, sempre di Lin Carter, primo di una nuova serie, «The black Star» (La stella nera). Gli avvenimenti di questo libro si svolgono diverse centinaia di anni dopo l'epoca di Thongor: Lemuria è sprofondata nel mare e le vicende si svolgono in Atlantide intorno al personaggio centrale di Diodric il guerriero.
Ma tracce della perduta Lemuria esistono ancora, come pure esiste una nave volante qui chiamata viwan, residuato di Lemuria, che i personaggi usano per fuggire da una città distrutta. In effetti ci dice Carter «Il divino Tiongorya stesso, Re-Dio e fondatore dell'impero dorato, aveva volato su tali navi, quando combatté favolose guerre contro la città nera dei maghi». La storia comunque, salvo qualche riferimento, non deve considerarsi appartenente al ciclo di Thongor.
Speriamo a questo punto di non aver tralasciato qualche racconto, apparso magari su qualche più o meno conosciuta rivista americana; del resto lo stesso Lin Carter, recensendo i libri di John Jakes, suo ottimo amico, su Brak il barbaro, fa questa affermazione: «Non vi è stato nessun libro di Brak nel 1970 o se c'era devo aver trascurato di vederlo nelle edicole».
Credo che la sua scusa valga anche per me e passo con animo tranquillo ad osservare il lavoro e la tecnica espositiva di Carter come traspare dalla sua opera migliore «The wizard of Lemuria».
Innanzi tutto, per ciò che riguarda il personaggio storico di Thongor, rimandiamo il lettore alla appendice di Lin Carter al volume « Thongor alla fine del tempo », dove vediamo che non solo lo scrittore cita autori di testi esoterici come Madame Blavatsky e Scott Elliott, ma addirittura risale a scritture pre-sanskrito come i « Puranas », affermando che il personaggio di Thongor è realmente esistito, così come sono accadute realmente, a grandi linee le sue avventure. Niente meno! C'è da notare inoltre che Carter fa procedere l'inizio di ogni capitolo da alcuni versetti tratti per la maggior parte dalla « Lemurian Chronicles ».
Egli ha affermato che è in possesso della sola copia esistente del libro suddetto. Il lettore può da solo farsi una idea del valore scientifico che assumerebbe un volume del genere, dopo che recenti studi nel pacifico hanno dimostrato che un continente come Lemuria, dal punto di vista geofisico, non sarebbe mai potuto esistere in quell'area. Chissà poi come Carter ha potuto tradurre dal lemuriano il libro suddetto!
Quello che più ci interessa però è osservare i libri di Lin Carter dal punto di vista letterario. Innanzi tutto il personaggio di Thongor: esso è ricalcato fedelmente sul più famoso Conan di Robert E. Howard, sia come atteggiamenti e carattere, sia come curriculum vitae; vediamo infatti che Thongor, come Conan, prima di diventare re ha fatto una quantità enorme di mestieri più o meno leciti, come il ladro, il pirata, il mercenario ecc. ecc. Non c'è nulla di nuovo quindi, letterariamente parlando, nel personaggio di Thongor.
Come tecnica espositiva Lin Carter segue invece quella usata da Edgar Rice Burroughs nei primi romanzi della sua lunga e fortunata carriera di scrittore e specialmente prende a prestito dai romanzi su John Carter di Marte di Burroughs diversi elementi: ad esempio la razza di giganti nomadi che divengono, nel corso dei suoi libri, gli amici più fedeli dell'eroe. Unica differenza: i Tharks di John Carter sono verdi ed i Rmohal di Thongor blu. Un altro elemento « copiato » sono i « galleggianti » o « volatori », le navi volanti che solcano il cielo di Marte o di Lemuria. Questa del resto è una invenzione molto felice di Burroughs, che è stata ripresa da molti autori, per fare un esempio citiamo Jack Vance con le sue zattere volanti del ciclo di Tschai.
La tecnica espositiva di Burroughs, «copiata» da Lin Carter consiste, oltre che in una estrema linearità di linguaggio, in alcuni accorgimenti tecnici che servono ad accrescere di molto la suspence e a tenere sempre più avvinta l'attenzione del lettore. Notiamo infatti nei due autori che generalmente l'azione si svolge contemporaneamente in due (a volte tre o quattro) luoghi di azione differenti. I capitoli invariabilmente finiscono con Thongor che precipita in un burrone (per fare degli esempi) o magari la moglie di John Carter è minacciata di stupro da un rivale di turno.
Il successivo capitolo non svela mai come l'eroe o l'eroina riescono a salvarsi, anzi l'azione si sposta su altri personaggi comprimari ed anche questi in genere, alla fine del capitolo, sono minacciati da nuovi pericoli. Nel seguente capitolo si ha la spiegazione del come l'eroe si era salvato, e l'azione prosegue fino a che, negli ultimi capitoli, si ha la riunione dei due o più gruppi di personaggi e la storia finisce con la sconfitta dei nemici.
Questo tipo di narrazione, se offre indubbiamente diversi vantaggi allo scrittore, comporta però alla lunga un certo senso di stanchezza nel lettore. Questi indubbiamente si crea le sue preferenze nell'ambito dei vari personaggi e desidererebbe quindi poter leggere in ogni capitolo delle loro avventure. Ecco quindi che i capitoli che trattano di altri personaggi sono letti alla fin fine con più malavoglia rispetto agli altri.
C'è da dire inoltre che lo stile di Lin Carter non è quello di Burroughs che, pur avendo le sue pecche, era per lo meno corretto. In Lin Carter abbondano invece le ripetizioni (vedasi ad esempio nell'introduzione al primo libro, che ho riportato all'inizio, l'uso delle parole «reptilian rate» e «age of reptiles» che ho tradotto con «razza rettiliforme» e «età dei rettili») ed abbondano i periodi brevi, a volte di una sola frase, completata magari da un punto esclamativo o interrogativo, che Carter usa per dare più enfasi al discorso (del tipo: « Thongor colpì! »).
Come soggetto Lin Carter utilizza lo schema classico della ricerca o dell'Odissea (vedasi le peregrinazioni di Thongor e compagni in «Wizard» per forgiare la spada di Nemedis).
Le situazioni avventurose che capitano ai personaggi sono tratte pari pari dai più illustri Conan, John Carter e anche Tarzan (esempio, quando Thongor è rapito da uno pterodattilo in « The wizard of Lemuria », la situazione è esattamente la stessa che si verifica in « Tarzan at the Earth's core »).
Lin Carter aggiunge anche un altro ingrediente per confezionare (è il caso di dirlo) il suo Thongor. Egli infatti attinge agli orrori ed alle paure a volte inconscie di cui era maestro Lovecraft, creando una cosmogonia simile a quella dei miti di Ctulhu.
I suoi Dei del Caos ricordano inoltre gli Dei dallo stesso nome che combattono contro Elric e Corum nelle storie di Michael Moorcock. Non dobbiamo infatti dimenticare che Lin Carter è amico di Moorcock e quest'ultimo aveva cominciato a scrivere sugli Dei del Caos molto prima di Carter.
Per ciò che riguarda la spada che Thongor ricerca, va notato che ha un nome (Spada di Nemedis) e nel libro «Thongor alla fine del tempo» è la «Spada di Luce» che aiuta Thongor a tornare nel regno dei vivi.
Anche le spade di Orlando e Sigfrido avevano il loro nome, come del resto quelle di Frodo e Gandalf nel « Signore degli Anelli » di Tolkien.
Lin Carter infatti non è estraneo allo studio delle « Chanson de geste » e ai « Medioval Romance » ed in effetti ha compiuto un ottimo lavoro su Tolkien nel libro «A look behind the Lord of the Rings» dove fa anche una breve storia della «fantasy» dai poemi epici ai giorni nostri.
A merito di Lin Carter va detto infatti che egli è molto più in gamba come critico che come scrittore. Egli stesso ammette che storie del tipo di Thongor sono molto facili a scrivere, mentre il libro su Tolkien gli è costato più tempo e fatica. Stabilito quindi che i libri di Thongor non hanno niente di originale in se per se, c'è da chiedersi se essi siano completamente negativi.
lo non direi così: anche se Lin Carter in Thongor non «inventa» niente, ha per lo meno il merito di riunire stili e situazioni avventurose di diversa matrice in un tutto unico, creando così delle storie che bene o male hanno il loro fascino.
Del resto fra gli scrittori di fantasy Carter ha un posto importante, sia per le sue revisioni insieme con De Camp alle storie di Howard su Conan, sia per il lavoro che svolge come aderente a S.A.G.A. (Swordsmen and Sorcerers Guild of America Ltd. - Lega degli spadaccini e stregoni di America) una associazione un po' burlesca e un po' seria, che raduna però, oltre a Carter, autori del calibro di Sprague de Camp, Michael Moorcock, Andre Norton, John Jakes, Fritz Leiber, Poul Anderson e Jack Vance.Stabilito quindi che per lo meno il primo libro di Thongor, e forse anche il secondo, dovrebbero apparire nella biblioteca di ogni amante della fantasy e della eroic fantasy in particolare.
Per completare il discorso su Thongor va fatto notare che il personaggio a fumetti dello stesso nome ed edito dalla Marvel a partire dal n. 22 di « Creatures on the loose », è apparso in Italia dal n. 10 al n. 22 del quindicinale « Conan e Kazar ».
C'è da notare che lo scrittore della sceneggiatura di queste storie (che ricopiano fedelmente le storie « Ladri di Zangabal » e «Il mago di Lemuria») era all'inizio George Alce Effinger, ottimo scrittore di fantascienza (citiamo ad esempio la trasposizione in libri del primo ciclo televisivo sul Pianeta delle Scimmie), mentre il disegnatore era Val Mayerick, nuovo acquisto, all'epoca, per la Marvel, ma amico e collaboratore di Dan Adkins da vecchia data.
La visione grafica di Thongor fu recepita dai primi disegni di Gray Morrow per le copertine della Ace books e non è stata quindi presa in considerazione la raffigurazione dell'eroe data da G. Wood per le copertine inglesi della Tandem books, dove fra l'altro l'eroe portava un buffo copricapo con ali e corno frontale
Mayerik è stato poi soppiantato nel disegnare Thongor da Vicente Alcazar i cui disegni, se forse più incisivi, mancano però della precisione nel tratto di Mayerick.
Queste storie, pubblicate su « Conan e Kazar », possono servire comunque al lettore che non legge l'inglese, a conoscere in via di prima approssimazione le storie originali del primo e più importante personaggio di Lin Carter.


Fabrizio Frosali